venerdì 21 ottobre 2016

Hitler e l'etichetta nel tango.


Rispettate la linea di ballo, non fatelo arrabbiare.






La traduzione in italiano:



UFFICIALE: Abbiamo il rapporto sulla milonga di ieri.Abbiamo urtato le altre coppie sulla linea di ballo qui, e qui. Tutti si lamentavano del tizio al centro della pista: ha colpito coppie tutto intorno a quest'area.
HITLER: è ok. Gli altri hanno rispettato la linea di ballo...
UFFICIALE: (imbarazzato) Mio Fuhrer... Gli altri... anche gli altri erano fuori controllo, i boleos volavano in ogni direzione.
HITLER: (visibilmente arrabbiato) Tutti fuori. Eccetto quelli che ieri non hanno urtato nessuno.
(quasi tutti escono)
HITLER: Come è possibile? È tanto difficile?! Segui la linea e non colpire quello che è davanti a te! E anche la seguidora deve fare attenzione. Ne ho abbastanza di cercare di capire dove lancerà la sua gamba. Ogni volta che guido un pivot, cerco di calcolare ogni possibile angolazione dove lei potrebbe tirare un Boleo o un gancho!
UFFICIALE: Mio Fuhrer, le seguidore hanno il diritto di improvvisare...
HITLER: (gridando) Sì, improvvisa! Ma guarda se c'è spazio!
UFFICIALE: Mio Fuhrer, loro preferiscono tenere gli occhi chiusi.
HITLER: Piacerebbe anche a me! Stiamo ballando entrambi! E non voglio nemmeno parlare di quelli che pensano di dover rispettare la linea di ballo solamente quando stanno ballando. Se vuoi prendere da bere, oppure uscire ma non c'è spazio per passare, aspetta che la canzone o la tanda finiscano! E DOPO esci! Non c'è bisogno di urtare chi balla. E se proprio si tratta di un'emergenza, almeno chiedi scusa!
Serve un'etichetta nel tango. Questa è educazione di base. Ho perso la pazienza! Tutti devono saperlo! Barbari. Ogni volta che vedo qualcuno invitare tre ballerine una dietro l'altra, dopo che la prima ha detto no penso a quanto deve essere terribile per le ragazze.
Ma come ci si aspetta che noi facciamo il cabeceo, se le ballerine si siedono COSI' (tiene la testa bassa) perchè noi uomini invitiamo solo le nostre amiche.
(Anna piange) : coraggio Anna, ti ci abituerai.
HITLER: Ma io credo che le cose possano cambiare. Un giorno noi andremo nelle milonghe e balleremo senza timore. E saremo anche... puliti. Insomma, basta farsi una doccia. Se sudi molto, porta una maglietta di ricambio con te. Non farla pentire di aver ballato con te. Queste sono regole basilari.

mercoledì 12 ottobre 2016

Lanciando uova contro casa Alighieri.


Un piccolo racconto scherzoso.




Il fatto è che quel bambino, Dante, era davvero troppo antipatico. Se ne stava sempre lì a guardare Beatrice come fosse un essere del paradiso. Mai una volta che avesse giocato con loro o almeno che li avesse salutati.
Lorenzo e Vittorio si erano preparati bene, sottraendo le uova dal pollaio senza farsi notare dai genitori, e ora stavano ridendo a crepapancia, mentre i loro lanci si spiaccicavano contro la casa del cambiavalute.
Il piccolo Dante uscì e si diresse verso di loro. “Giochiamo insieme?” Domandò ai due, per la verità un po’ perplessi.
“Che gioco vorresti fare?”
“Un gioco nuovo, seguitemi.”
I tre bambini si addentrarono nel bosco, fino al punto in cui Vittorio disse: “Forse dovremmo tornare indietro, mi sembra che si sia fatto improvvisamente buio.”
“Non preoccuparti, siamo a metà strada.”
Ma Lorenzo volle insistere: “Veramente a me sembra che ci siamo persi.”
“Ma no! Siamo arrivati.”
Erano ai piedi di un colle e più in alto, lungo il sentiero, tre belve li scrutavano.
“Che cosa sono quelle?” Gridò Vittorio, spaventato.
Dante lo tranquillizzò: “Niente paura, non scendono mai fin qui, sono una lupa, un leone e una lonza.”
“Una lonza? Ma non esiste un animale che si chiama così.”
“Non importa, adesso vi voglio presentare un mio amico: è bravissimo a fare il gioco delle rime, se vi voltate farete la conoscenza di Virgilio.”
Lorenzo e Vittorio, guardando alle loro spalle, videro il fantasma luminescente di un uomo che indossava una toga. Schizzarono via gridando, terrorizzati.
“Così imparate a tirare le uova contro casa mia!” Urlò Dante al loro indirizzo.
Virgilio gli si avvicinò e disse: “Ripetilo in rima, figliolo. In endecasillabi.”
“Voi del male vostro foste cagione/ Imbrattando d’uova la mia magione.”
“Niente male. Attento però, se continui a comportarti così, finirai all’inferno.”